No tranquilli, non scrivero’ di storia americana, ci mancherebbe… vorrei parlarvi dell’indipendenza dei nostri piccolini, o meglio, di cosa ho fatto io per educare gradualmente le mie bimbe ad essere indipendenti nelle loro cosine.

Come scrivo sempre nei miei articoli, io non sono un’ esperta pedagogista, ne’ un’insegnante, sono semplicemente una mamma di tre bimbe e tutto cio’ di cui parlo e’ solo frutto della mia esperienza personale.

Sono curiosa per natura e anche una grande obiettatrice, forse e’ per questo che scelsi di studiare giurisprudenza e di diventare un avvocato: se qualcuno sostiene una cosa, devo capire di cosa si tratta, verificare che sia cosi’ ed eventualmente obiettare se non sono d’accordo. Ho letto tanto sui bambini, mi appassiona l’argomento ma continuo ad essere fermamente convinta che la teoria e’ complementare ad un’ esperienza reale e concreta.

Ultimamente sento parlare sempre piu’ spesso del metodo Montessori: grande donna che, piu’ di cento anni fa ideo’ un metodo di educazione infantile straordinario e rivoluzionario, in tempi in cui l’educazione dei bambini era molto rigida e lontana da quella attuale.

Ho l’impressione che, come ogni cosa, adesso questo illuminante metodo stia diventando piu’ moda e oggetto di marketing piuttosto che di studio, ma in questo forse la mia cara amica prof Carla potra’ illuminarmi.

Stimo e condivido quasi in tutto il metodo Montessori, non che possa permettermi di obiettare anche quello eh, ma posso scegliere, come tutti i genitori, cosa e’ veramente realizzabile nella vita di tutti i giorni e cosa invece e’ un po’ esasperato. Come ho gia’ scritto in altri articoli nella sezione “vita da mamma”, il caro e vecchio buon senso dovrebbe essere sempre alla base della nostra attivita’ educativa e a volte penso che non ci voglia poi molto a ricreare un’atmosfera “montessoriana” nelle nostre case e a guidarli verso l’indipendenza, basta osservare i nostri piccolini.

Mi spiego meglio: io ho imboccato le mie bimbe fino a quando non hanno iniziato ad afferrare gli oggetti e nel frattempo gli lasciavo comunque un cucchiaino in mano, durante la pappa, per iniziare a prendere dimestichezza con il nuovo utensile. Quando la prensilita’ si era ben sviluppata ho iniziato a fargli capire, guidandole, che la pappa andava presa con quello strano oggetto e portata alla bocca… in poco tempo erano capaci di mangiare da sole.

 

Giulia 11 mesi

Con questo non dico che mi ero semplicemente liberata del problema e nel frattempo potevo andarmene a sistemare la cucina, piuttosto preparavo il pranzo anche per me, mi sedevo a tavola e mangiavo con loro, condividendo un momento che ritengo importantissimo per i bambini. Loro ci osservano e vedere la mamma o il papa’ che mangiano di gusto (ed io mangio sempre di gusto…purtroppo) cibi di varie forme e colori e soprattutto seduti a tavola, e’ fondamentale per i bimbi che tenderanno poi ad imitarci.

Non le ho mai trattate troppo da “piccole” e quindi come un’entita’ distaccata dai ritmi familiari, nel senso che ho cercato di fargli fare la pappa ad un orario che potesse essere piu’ vicino a quello del pranzo e della cena, il seggiolone era sempre vicino la tavola ed io mi sedevo a mangiare, bere e chiacchierare con loro durante il pasto. Non e’ stato difficile poi arrivare a mangiare, almeno la sera, tutti e 5 insieme.

A due anni i nostri piccolini possono aiutarci a preparare la tavola: Cecilia lo fa tutte le sere, lo facevano Giulia e Nicole alla sua stessa eta’ e devo dire la verita’ adesso e’ proprio Cecilia la piu’ entusiasta.

 

Cecilia

Come faccio? Io preparo tutto il necessario su un mobile dove lei puo’ arrivare e le passo gli utensili di volta in volta: iniziamo con i sottopiatti, poi passiamo alle posate, lei le prende ed io la guido dicendo per chi sono, conosce i posti di ciascuno di noi. Fino a qualche mese fa la accompagnavo io a portare le forchette per me e per mio marito (loro usano quelle di plastica IKEA), perche’ puo’ essere pericoloso, adesso le ho insegnato ad essere attenta, a non correre quando porta le forchette di mamma e papa’ perche’ puo’ farsi male. I coltelli li prendono solo gli adulti. Si passa poi ai tovaglioli, ai bicchieri etc etc.

Lei e’ felicissima, si sente grande, importante e partecipa ad un’attivita’ di famiglia.

Ci vuole tempo? Si

Farei prima a fare tutto da sola? Assolutamente!

Ma la soddisfazione che vedo negli occhioni blu di Cecilia mentre apparecchia la tavola, che era la stessa che vedevo neglio occhioni scuri scuri delle sorelline, non ha prezzo e non ha tempo. Credetemi ne vale la pena!

Se e’ giusto “lasciarli fare”, come si dice spesso, bisogna stare attenti nel guidarli, passo passo, altrimenti loro farebbero un gran caos, non porterebbero a termine la cosa, si sentirebbero in difficolta’, disorientati e frustrati per non esserci riusciti.

Questo e’ un altro aspetto importantissimo che imparai con Giulia, la nostra prima bimba e che poi ho cercato di evitare con Nicole e adesso con Cecilia: mai affidare ad un bimbo un compito che non sia alla sua portata o senza averlo prima messo nelle condizioni di poterlo fare e di poterci riuscire soprattutto.

Giulia

Nicole

La psicologia infantile non era proprio il punto forte della nostra generazione, la mia mamma e il mio papa’ sono dei bravissimi genitori, presenti e premurosi, ma prima si badava un po’ meno ai dettagli, diciamo cosi’. Ricordo che il mio papa’ aveva l’abitudine di chiedere a me e mia sorella Isa di andare a prendere qualche oggetto per lui di cui noi ne ignoravamo addirittura l’esistenza… come avremmo mai potuto cercare e recuperare un oggetto di cui non ne conoscevamo forma o colore? Puntualmente la mia mamma interveniva dicendo: “Ma come fanno a trovarlo se non sanno neanche cos’e’? Oppure: ma come fanno a prenderlo se e’ chiuso in una scatola che non si apre facilmente?

Io mi innervosivo tantissimo e contestavo, ovviamente,  mia sorella che era molto piu’ pacifica di me, faceva spallucce e continuava a leggere il suo topolino ahahah.

A due anni possono lavarsi e vestirsi da soli, con la nostra vicinanza, certo non si laveranno benissimo, metteranno la maglietta al contrario ma lo avranno fatto da soli.

Basta uno sgabellino vicino al lavello del bagno o perche’ no, usare il nostro amato bidet (amato perchè nehli Stati Uniti non c’è ed è una grande mancanza), ben disinfettato ovviamente, c’e’ l’acqua, e’ alla loro altezza…possono lavarsi il viso e i dentini da soli!

Creare una libreria nella loro stanza: basta un mobiletto basso con dei ripiani, dei libri per bambini, una sediolina e loro saranno capaci di scegliere il proprio libro da soli, sedersi li’ accanto e il gioco e’ fatto!

” Mio figlio va in bagno e devo pulirlo ancora io perche’ lui non si pulisce bene”: ma e’ veramente necessario questo atteggiamento? E’ normale che da piccolini non sono in grado di pulirsi perfettamente, ma meglio intervenire successivamente e lasciarli fare da soli piuttosto che privarli della possibilita’ di rendersi indipendenti.  Io ho insegnato loro come pulirsi da sole, come lavare bene le manine subito dopo, poi quando loro avevano finito, intervenivo io lavandole. Dopo un po’ di tempo, siamo passati allo step successivo e quindi hanno imparato anche a lavarsi da sole. Io le premiavo per ogni piccolo successo, le facevo sentire grandi ed importanti e ribadivo ogni volta quanto erano state brave a fare quella cosa da sole.

Un altro esempio che mi viene in mente: ” vuole andare sullo scivolo ma e’ troppo piccolo!”. Giulia a due anni era capace di fare tutto un percorso al parco giochi, compreso il ponte tibetano, certo avevo paura, sono ansiosissima, mio marito in questo ha un ruolo determinante, ma non le ho mai detto che era troppo piccola per quel gioco.

Credo che “servire” i nostri bambini equivalga a soffocarli, a non renderli liberi di esprimersi e di imparare quali sono le loro infinite capacita’.

Parlando con la mia amica Rachele ho riflettuto su un altro aspetto: la personalita’. Lei mi ha fatto notare che alcuni bimbi sono piu’ restii ad accettare la propria indipendenza e non la cercano. Io ho tre bimbe: tre personalita’ completamente diverse, come dico sempre. Se noi li abituiamo alla comodita’ di essere “serviti e riveriti” e’ normale che poi da grandicelli non cerchino di far le cose da soli…tanto adesso arriva la mamma o il papa’. Iniziamo da piccolini ad insegnar loro che e’ bello far le proprie cose da soli, che e’ bello sentirsi dire bravo, guidiamoli noi come degli angeli custodi, tenendoli per mano, verso l’indipendenza.

Non c’e’ bisogno che la tavola sia apparecchiata perfettamente, non c’e’ bisogno che sia vestito perfettamente, non so se c’e’ bisogno di leggere trattati su metodi pedagogici…ma credo che ci sia bisogno di tornare bambini ogni tanto, di sforzarci di ricordare cosa ci piaceva e cosa ci faceva arrabbiare  e provare ad infilarci in quel piccolo mondo in cui vivono i nostri bimbi e vedere se e’ della giusta misura.

 

 

 

10 thoughts on “Indipendence day: l’indipendenza dei nostri piccolini”

  1. Guarda Annalisa se noi ci sedessimo a tavolino credo che nn smetteremo mai di parlare…sono pienamente d’accordo con te…..anche io cerco di farle fare tutto quello che è nelle loro possibilità….Elisa si lava si veste da sola ormai ma già a circa tre anni lo faceva…..Irene ci prova x adesso…..non voglio elencarti tutto quello che sanno fare ,che per la loro età e’ tanto…..io ho letto tanto e continuo a documentarmi ,oltre ad annotarmi su un diario ,da quando Elisa era piccola ,tutti i loro progressi…..e tante annotazioni……ma cmq in giro vedo tanti genitori nostri coetanei che si sostituiscono ai bambini in tutto…forse non ricordono come sono stati loro da bambini….se pensassero a quello farebbero molto meno ….il discorso è lungo magari quando rientri ci facciamo una chiacchierata….bimbe permettendo 😅

    1. Ciao Elvira, grazie per il tuo commento. Sono sempre felice di confrontarmi con gli altri genitori, il confronto è crescita, sempre, anche quando si hanno opinioni divergenti. Sono sicura che state facendo un ottimo lavoro con le vostre bellissime piccoline e non vedo l’ora di fare una bella chicchierata con voi a riguardo 🙂

  2. Condivido pienamente le tue osservazioni e i tuoi consigli anche se spesso non è facile per noi genitori. Ricordo con piacere una citazione preferita dal nostro pediatra:
    Dite: “è faticoso frequentare bambini”.
    Avete ragione.
    Poi aggiungete:
    bisogna mettersi al loro livello,
    abbassarsi,inclinarsi,
    curvarsi, farsi piccoli.
    Ora avete torto.
    Non è questo che più stanca.
    E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi
    fino all’altezza dei loro sentimenti.
    Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
    Per non ferirli.
    [Janusz Korczak]

    1. Semplicemente fantastica questa citazione, credo che la dipingerò sulle pareti della camera delle mie bimbe! “… obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti” WOW

  3. Quanto sono vere tutte le tue parole! Da mamma di due figli maschi tutto il discorso sull’indipendenza e l’autonomia mi sta a cuore. Non mi va che i miei ragazzi crescano con l’idea che la mamma sia a loro completa disposizione, per qualsiasi cosa. Io e Luca ci siamo sempre, per tutto, ma dove loro possono fare da soli, devono farlo. Grazie per la fiducia che riposi nelle mie conoscenze pedagogiche ma come te ho frequentato il classico e della Montessori ne so quanto te😂😂😂.

    1. Bravissima Carla hai toccato un argomento a me molto caro… ma aspetterò un pò per affrontare questo altro tema 🙂

  4. Ancora una volta leggo un articolo che fa riflettere. La penso esattamente come te.brava Annalisa. E grazie per aver condiviso questa tua esperienza!

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