No, mi dispiace, non staro’ per parlarvi dei trucchetti della nonna per ottenere un bucato splendente!

Allora cosa c’entra il bucato?

Ricordo che, quando ero ragazzina ed iniziavo ad aiutare la mia mamma nelle faccende domestiche, mi piaceva particolarmente stendere i panni. Non so perche, mi piaceva creare una sorta di gerachia tra panni piu corti, panni piu lunghi e mia mamma mi insegno a stendere l’intimo sulla prima corda in modo da tenerlo un po’ piu’ nascosto… “sono cose personali!” L’ordine era il criterio, a me riusciva benissimo e la mia mamma era soddisfatta del mio lavoro!

Ma perche’ tutta questa importanza per due pantaloni, una maglietta e una serie infinite di mutandine e calzini microscopici?

Perche’ sono stesi fuori forse e chiunque puo’ vedere… chiunque puo’ dire: ” Uh guarda com’e’ sistemata!? Uh guarda che bel bucato pulito e splendente!?

Non so come mai mi sia venuto in mente questo paragone, forse perche’ ci pensavo ieri, mentre stendevo il mio bucato che per tre anni non ho steso, perche’ avevo l’asciugatrice!

Forse perche’ mi e’ stato detto: ” Ok brava, sei stata in America, te la sei cavata egregiamente, hai visto quasi tutti gli Stati Uniti, confrontata con decine di culture diverse, le tue bimbe parlano inglese… pero’ adesso vedi di tornare quella di prima!!!”

Cosa significa? Che sono diversa? Che sono cambiata? Certo che lo sono e per fortuna!

Non che non mi piacesse la mia persona prima della partenza in USA ma ho lasciato tanti fardelli li’, ho lottato contro quelle corde che mi tiravano e mi tenevano aggrappata ad un qualcosa che non mi faceva muovere liberamente!

Mi sono ritrovata, da un giorno all’altro, in un Paese straniero e lontano, senza conoscere nessuno e senza poter comunicare, piena di paure e solitudine, con tre bambine piccole, avevo partorito da soli tre mesi, dovevo fare qualcosa.

Ho lavorato su me stessa, io ero la chiave per la felicita’ delle mie bimbe, dovevo essere felice, dovevo sentirmi a mio agio!

La soluzione era una soltanto: creare delle priorita’ e lasciar correre, lasciar andare tutto cio’che per anni avevo ritenuto vitale, imprescindibile… ” no, non ce la posso fare, non esco se la casa non e’ perfettamente in ordine!”

Non potevo, ero sola! Provai a chiamare diverse signore delle pulizie per farmi aiutare ma diciamo che con gli anglosassoni abbiamo una visione dell’igiene e della pulizia troppo diversa e rinunciai!

La priorita’ era la mia serenita’, quella delle mie bambine e della nostra famiglia!

Ho lottato con me stessa e contro anni e anni di condizionamenti!

Si perche’ e’ di questo che si parla: ci facciamo condizionare dal giudizio della gente, che sia quello di  una mamma, di una suocera, di una collega… della vicina di casa che vede il bucato steso male e addirittura una macchia di cioccolato che non e’ andata via del tutto!

La camicia non e’ perfettamente stirata? Amen… pazienza! Avete lavorato per 8 ore e tornate a casa stanche, distrutte, vi guardate intorno e c’e’ disordine ma i vostri piccolini vi reclamano? Prendetevi cura dei loro sentimenti cosi delicati e non del bucato… abbiate pazienza, datevi tempo, come ho avuto pazienza io! Cecilia e’ cresciuta velocemente, forse anche troppo, dopo due anni io ero perfettamente in grado di riordinare una casa enorme, di tenerla bella e in ordine come piace a me e se proprio qualche volta non ci riuscivo, facevo spallucce e mi chiudevo la porta alle spalle!

Non vi sto dicendo di trascurare la casa e vivere nel caos, sarei un’ipocrita, io a questo non mi rassegnero’ mai, vi sto dicendo di liberarvi dal condizionamento, dalla paura di cio’ che la gente possa pensare, siamo mamme con bambini piccoli, siamo mamme che lavoriamo e la societa’ non ci fa certo sconti… prendiamoceli noi e di prepotenza!

Sono tornata a Formia, la mia citta’ di origine, una graziosa citta’ sul mare che ha ancora nelle viscere la mentalita’ del paese, staro’ qui per un anno circa, mi vedranno diversa forse, a qualcuno non piacera’, a qualcuno si, qualcuno stara’ a guardare il mio bucato… a quel qualcuno rispondo: ” il mio bucato steso al sole fuori da questo balcone sono i volti sereni delle mie bambine nonostante l’ennesimo cambiamento, che parlano inglese, che hanno viaggiato per tre anni e visto luoghi che io conoscevo solo dai libri di geografia e dai documentari che guardava mio padre tutte le sere in cucina, la loro gioia di abbracciare la nonna ogni volta che lo desiderano, la totale assenza di paura per questa nuova avventura che, devo essere sincera, fa paura piu’ a me, la naturalezza con cui prendono i vestiti dalla valigia senza lamentarsi, e’ normale per loro, l’adattarsi ad una casa nuova, che hanno vissuto un pochino da piccoline ma che non gli appartiene ancora, che aspettano fiduciose il container dall’America con tutti i loro oggetti dentro… e’ questo il bucato di cui io mi devo occupare adesso e che orgogliosamente stendo fuori al sole!

 

 

 

7 thoughts on “Un bucato splendente… di serenita’”

  1. Ciao.Ti scrivo queste righe per dirti che anche a me stendere il bucato è stato insegnato allo stesso modo, con lo stesso identico criterio e pudore, perché i panni stesi bene dicono tanto della donna di casa. Forse perché siamo vicine, Formia è vicinissima, ci venivo al mare, e la mentalità è la stessa e chissà che un giorno, magari prima della tua partenza ci si possa incontrare. Ti stimo molto….per quello che traspare dai tuoi scritti, per quello che hai vissuto, per come affronti in Mondo. Un abbraccio.

  2. Anna, bellissimo e verissimo quest’articolo. Iniziai a vederla anche io in questo modo quando una mia collega con le lacrime agli occhi mi disse “Simona, sono tanto amareggiata perché non ho potuto fermare il tempo i miei figli ora sono grandi e io per necessità di dover lavorare e poi sistemare casa al mio rientro, ricordo le loro lacrime perché volevano andare alle giostre. Non sprecare il tempo per queste cose ma concediti totalmente ai tuoi figli, il loro sorriso è il valore più importante!”. Nonostante le corse e la stanchezza cerco di fare del mio meglio!

  3. Oggi ho trovato per caso il tuo blog, oggi avevo bisogno di sentire queste parole. Ho un piccolo di quasi 7 mesi, vengo da un’esperienza all’estero anche io (poco prima che rimanesse incinta soni rientrata in Italia con mio marito)…spesso mi sento sola, sotto pressione, non riesco a fare quello che vorrei a casa e come se non bastasse mi sento profondamente a disagio qui. Sì, proprio nel posto in cui sono cresciuta mi sento fuori posto. Perché dopo che hai vissuto fuori è complicato tornare indietro e inquadrarsi di nuovo in vecchi schemi mentali e sociali. Spero di essere una brava mamma, di mettere sempre al primo posto mio figlio, fregandomene dei panni da stirare e delle faccende in sospeso. Vorrei avere un quarto della tua forza e del tuo ottimismo nel guardare il futuro senza paure, nonostante le incertezze. Credo che la chiave di tutto siamo noi insieme ai nostri figli, l’unica certezza a cui ancorarsi davvero, quella che ci fa chiamare “casa” qualsiasi posto in cui ci troviamo. Vi auguro una buona vita

    1. Ciao cara! Capisco e credo di riconoscere il tuo stato d’animo… il tuo piccolo ha solo 7 mesi ed e’ presto per te per essere cosi’ forte! Datti tempo e vedrai che la forza la troverai… ne sono certa! Quandosono arrivata in America, soli, con tre bimbe piccole, di cui una neonata ero sotto stress… trascorso il primo anno, recuperai pian piano le forze e giornodopo giorno inizio’ a migliorare la mia condizione, ero ottimista, fiduciosa, avevo voglia di vivere quell’avventura! Hai ragione la chiave di tutto siamo noi… e la nostra famiglia, i nostri bimbi! Datti tempo… e vedrai che sarai ancora piu’ forte di prima! Ti abbraccio e scrivimi quando vuoi!

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